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TERRORE
(1792-1794). Periodo della rivoluzione francese in cui prevalsero le forze più radicali e si adottarono misure eccezionali per fronteggiare la controrivoluzione interna e gli eserciti stranieri che premevano alle frontiere. Un primo periodo di terrore si ebbe alla caduta della monarchia (10 agosto 1792), quando giacobini e sanculotti, organizzati nella Comune di Parigi, imposero all'Assemblea legislativa l'istituzione di un tribunale straordinario per giudicare traditori e sospetti e l'adozione di provvedimenti quali la spartizione tra i contadini dei pascoli comuni, la vendita in piccoli lotti dei beni nazionalizzati, il suffragio universale. Assunto il controllo della Convenzione da parte dei giacobini (2 giugno 1792), il Terrore infuriò a partire dal settembre 1793. Giustificato dalla volontà di salvare la rivoluzione, fu applicato in tutti i settori di competenza dello stato: amministrazione, giustizia, finanze, esercito, economia, cultura. Il Tribunale rivoluzionario liquidò con processi sommari i controrivoluzionari e gli oppositori del governo. La leva di massa permise il successo militare, mentre la regolamentazione dell'economia (requisizioni, calmiere dei prezzi) consentì di sostenere lo sforzo bellico e di controllare la crisi economica e sociale. Nonostante la sconfitta dei nemici interni ed esterni, si ebbe una recrudescenza del Terrore con la legge del 22 pratile (10 giugno 1794) che accentuò l'isolamento del gruppo dirigente. Il regime fu abbattuto il 9 termidoro (27 luglio 1794) e la cruenta reazione antigiacobina che seguì prese il nome di "Terrore bianco" (1794-1795).
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